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"Henri de Lubac pubblica 'Le drame de l'humanisme athée' nel 1944, nel contesto di una Francia occupata dalle truppe tedesche. L'opera non è un testo accademico. Si tratta, piuttosto, di un lavoro militante che si inquadra nella fattiva e coraggiosa partecipazione alla resistenza, da parte dell'autore, alla dominazione nazista. Se si esclude Dostoevskij, e in parte Kierkegaard, che svolgono il ruolo di figure positive, i tre autori presi in considerazione nel volume, Feuerbach (e dietro di lui: Marx), Nietzsche, Comte, rappresentano i tre avversari del momento. Se la critica al marxismo risulta sfumata, per motivi facilmente comprensibili data la rilevanza della componente comunista nell'opposizione ai nazisti, quella a Nietzsche è manifestamente volta contro il neopaganesimo germanico, padrone della Francia. Il libro assumeva, da questo punto di vista, un chiaro significato politico; era un'opera di 'resistenza', ideale innanzitutto, al compromesso delle menti e dei cuori, che il neopaganesimo, ateo e liberticida, chiedeva ai cristiani." (Massimo Borghesi)